Qualche anno fa ascoltai un’intervista durante la quale un giornalista chiedeva a dei giovani tra i diciotto e i trent’anni cosa si festeggiasse il 25 aprile. Le risposte erano raccapriccianti, un misto tra ignoranza e idiozia. Probabilmente vennero scelte quelle che facevano più effetto ai fini dello spettacolo, ma rimaneva il fatto che un numero cospicuo di ragazzi non aveva la benché minima idea di cosa fosse la festa del 25 Aprile e da cosa ci fossimo liberati. Questo a ulteriore conferma della necessità di difendere la memoria storica del nostro Paese, cosa a cui cerco di dare un piccolo contributo in queste pagine.
Per chi avesse qualche dubbio: È LA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO
Proprio in questi giorni ho finito di scrivere un racconto, certamente il più lungo e impegnativo tra quelli che ho scritto, è la storia di una violinista durante l’ultimo conflitto mondiale e dell’Orchestra femminile di Auschwitz-Birkenau. Per scriverlo ho dovuto leggere tanti testi e documenti relativi a quegli accadimenti. Confesso che, nonostante fossi già abbondantemente informato sull’argomento, in certi momenti ho faticato a portarlo avanti. Però sono soddisfatto del risultato e spero proprio che qualche editore decida di pubblicarlo.
Ma quello che era la lotta al nazifascismo sta tutto nelle parole di una bellissima poesia di Roberto Lerici, è nota per essere stata interpretata da Gigi Proietti a teatro e più volte in TV:
Mi’ Padre è morto partigiano